La mia passione per l’arte nasce molti anni fa grazie a una professoressa di storia dell’arte che me la fece amare più di ogni altra cosa. Così in seguito mi iscrissi al DAMS a Bologna con indirizzo artistico. Mi piace l’arte antica, ma moltissimo anche quella moderna.
Negli ultimi anni ho visitato moltissime mostre, a volte partivo la giornata stessa in treno per rientrare la sera o restavo per un paio di giorni. Sono le bellissime esperienze da fare da sola per assaporare al meglio il viaggio.
Quando decido di visitare un museo o una mostra scelgo sempre i giorni meno affollati per potermi godere la mia passeggiata artistica con calma. Mi piace il totale silenzio dei musei e delle sale alte e affrescate, perché ti riportano indietro nel tempo, spesso di secoli.
Non so se posso dire di soffrire della “Sindrome di Stendhal”, ma sono sicuramente una persona sensibile, emotiva e profonda, tanto che riesco a commuovermi davanti a un quadro come “La ragazza con l’orecchino di perla” di Johannes Vermeer o davanti la mummia egiziana di una bambina.
E’ diverso tempo che non riesco a godermi una giornata dedicata all’arte e ammetto che mi manca, ma mi sembra doveroso ricordare che il tè è stato spesso rappresentato nell’arte figurativa, in particolar modo nell’Impressionismo.
Paul Chezanne lo ritrae in “Pomeriggio a Napoli” nel 1876 dove due amanti nudi ricevono il tè servito da un servo.
Mary Cassatt e Marie Bracquemond ritraggono nel 1880 in due particolari momenti “Il tè del pomeriggio” e “L’ora del tè” accompagnando tazze, teiere, zuccheriere, momenti di convivio, ma anche di solitudine in compagnia di un buon libro, l’essenza della cultura del tè.
Persino Banski ha ritratto due anziane signore intente a bere questo rinomato infuso, a dimostrare che anche l’arte moderna continua a rafforzare il legame tra arte e tè.

“Il tè del pomeriggio” di Mary Cassatt 1880 – Photo@Veru

Opera di Banski raffigurante due anziane signore mentre bevono il tè – Photo@Veru
Tea in art and Impressionism
My passion for art was born many years ago thanks to an art history professor who made me love it more than anything else. So later I enrolled in DAMS in Bologna with an artistic focus. I like ancient art, but also modern art a lot.
In recent years I have visited many exhibitions, sometimes I left the same day by train to return in the evening or I stayed for a couple of days. These are beautiful experiences to do alone to better savor the trip.
When I decide to visit a museum or an exhibition I always choose the least crowded days to be able to enjoy my artistic walk calmly. I like the total silence of museums and high and frescoed rooms, because they take you back in time, often centuries.
I don’t know if I can say I suffer from “Stendhal Syndrome”, but I am certainly a sensitive, emotional and deep person, so much so that I can be moved by a painting like “Girl with a Pearl Earring” by Johannes Vermeer or by the Egyptian mummy of a little girl.
It’s been a long time since I’ve been able to enjoy a day dedicated to art and I admit that I miss it, but I feel it is right to remember that tea has often been represented in figurative art, especially in Impressionism.
Paul Chezanne portrays it in “Afternoon in Naples” in 1876 where two naked lovers receive tea served by a servant.
Mary Cassatt and Marie Bracquemond portrayed in 1880 in two particular moments “Afternoon Tea” and “Tea Time” accompanying cups, teapots, sugar bowls, moments of conviviality, but also of solitude in the company of a good book, the essence of tea culture.
Even Banski portrayed two elderly ladies intent on drinking this renowned infusion, to demonstrate that even modern art continues to strengthen the bond between art and tea.

“Impressionismo” di Bernard Denvir edizioni Giunti – Photo@Veru
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