“Il gabbiano Jonathan Livingston” scritto da Richard Bach nel 1977 edito da Rizzoli è uno di quei brevi romanzi tascabili che ci dicono tanto sul nostro percorso di crescita personale e come voi sapete sono un’avida lettrice.
Anche qui si ripercorre “Il Viaggio dell’Eroe” di Joseph Campell alla ricerca del proprio vero Sè.
Il gabbiano parte alla ricerca di sé stesso in un lungo viaggio che gli permetterà di incontrare esseri come lui e imparare a volare e a gioire della vita, ma per questo deve prima confrontarsi col suo essere solo e imparare ad ubbidire alla propria legge interiore.
Libro che mi fu consigliato da un amico terapeuta molti anni fa e che ancora amo rileggere ogni tanto mentre sorseggio un caldo infuso.
Proprio qualche anno fa mi trovavo a Venezia per un corso dedicato al tè. Era un periodo molto confuso della mia vita in cui ancora non avevo ben definito una carriera lavorativa e stavo lasciando andare una storia decisamente non adatta a me.
Sono stata tre giorni a Venezia scoprendo molti dei miei limiti, ma anche dei miei punti di forza, mi sono goduta una passeggiata sul canale e mi sono seduta sulla riva a disegnare ed ecco che spunta un curioso gabbiano a farmi compagnia. Dicono che a Venezia i gabbiani sono un po’ maleducati perché si permettono di portarti via il cibo dalle mani, a me non è successo, ho provato una certa tenerezza per questo strano individuo avvicinarsi con rispetto e curiosità.
Tra gli animali totem, il gabbiano rappresenta la capacità di comunicazione e il nostro contatto con l’elemento acqua, quindi l’empatia naturale, nella capacità di comprendere i comportamenti di un altro essere e di approcciarci con una certa gentilezza. Si mormora invece che loro abbiano un forte senso di responsabilità nel tenere pulite le coste e che tengano una dieta piuttosto equilibrata.
Mi piace sempre rifugiarmi vicino a una corrente, perché mi rilassa e mi fa stare bene, sia che sia semplicemente per passeggiare o fermarmi a meditare o appunto per scrivere o disegnare.
Ringrazio quel gabbiano che quel giorno si è avvicinato per comunicare con me e per fare la mia conoscenza.
The Seagull Jonathan Livingston
“Jonathan Livingston Seagull” written by Richard Bach in 1977 and published by Rizzoli is one of those short paperback novels that tell us a lot about our personal growth journey.
Here too we retrace “The Hero’s Journey” by Joseph Campell in search of his true Self.
The seagull sets out in search of himself on a long journey that will allow him to meet beings like him and learn to fly and enjoy life, but for this he must first confront his being alone and learn to obey his own inner law.
A book that was recommended to me by a therapist friend many years ago and that I still love to reread every now and then while sipping a hot infusion.
Just a few years ago I was in Venice for a course dedicated to tea. It was a very confusing period in my life in which I still had not defined a career path and I was letting go of a relationship that was definitely not right for me.
I spent three days in Venice discovering many of my limits, but also my strengths, I enjoyed a walk on the canal and sat on the bank to draw and here comes a curious seagull to keep me company. They say that in Venice seagulls are a bit rude because they dare to take food from your hands, it didn’t happen to me, I felt a certain tenderness for this strange individual approaching with respect and curiosity.
Among the totem animals, the seagull represents the ability to communicate and our contact with the element of water, therefore with the natural empathy in the ability to understand the behavior of another being and to approach us with a certain kindness.
It is said instead that they have a strong sense of responsibility in keeping the coasts clean and that they have a fairly balanced diet.
I always like to take refuge near a current because it relaxes me and makes me feel good whether it is simply to walk or stop to meditate or indeed to write or draw.
I thank that seagull that that day approached to communicate with me and to make my acquaintance.
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