Old Woman drinking Tea

Essere una donna ed essere “caregiver” ecco cosa sono divenuta tra capo e collo in una giornata intera passata al pronto soccorso, quando mi sono resa conto che la mia vita sarebbe stata stravolta completamente da questo evento.

D’un tratto ti rendi conto che devi lottare contro tutti per tutelare un familiare non più autosufficiente, dai medici degli ospedali, agli assistenti sociali, ai patronati, alle strutture per seguire iter e burocrazie con tempi a dir poco eterni, senza considerare che se hai le possibilità economiche per strutture private allora potresti risolvere i tuoi problemi in meno tempo e tornare quasi a una vita normale. Purtroppo chi non ha invece quelle possibilità al giorno d’oggi viene penalizzato e pur facendo ricorsi, raramente si sente veramente compreso e ascoltato. Ci si sente dire frasi come: “ci sono tante persone messe come lei” – già perché il sistema coi tagli che sta facendo lo Stato ormai non funziona più, pertanto i disabili, gli anziani, le persone “allettate” ne vengono penalizzate, invece che essere tutelate come dovrebbero e vengono rispedite a casa. E meno male, che in teoria esiste “La carta dei diritti e delle responsabilità delle persone anziane bisognose di cure ed assistenza a lungo termine.”

In Italia ci sono più di 2 milioni di anziani non autosufficienti, ma solo pochi di loro possono contare su un’assistenza pubblica per l’inadeguatezza dei servizi sociali.

La tua vita cambia all’improvviso e in base alla persona “allettata”che ha bisogno di cure, sostegno psicologico, ausilii, questo cercando di lasciarle almeno un minimo di dignità. La tua vita viene stravolta come quando nasce un bambino e ti devi occupare di quella persona 24 ore al giorno. Gli aiuti sono minimi, comunque a pagamento, non sono sufficienti e per entrare in una struttura pubblica o avere delle agevolazioni occorre aspettare tempi anche lunghi.

Comprendo perfettamente che chi non viva direttamente questa situazione non possa rendersene conto, perché nemmeno io avrei mai immaginato sarebbe stato così difficile e tortuoso e che avrei dovuto riadattare completamente la mia vita a un’altra persona.

Sicuramente vi chiederete cosa a che vedere questo articolo con il tè. In questi casi forse è il solo modo per ristorare l’animo dalle notti insonni e dai continui pensieri che non ti consentono di staccare un solo minuto, peché ormai vivi in funzione di un’altra persona non più autosufficiente, che ha delle esigenze.

Consiglio per chi è “caregiver” un bellissimo libro di auto-aiuto che si intitola “Assistere e sostenere un familiare anziano” di Catherine Hoss- Mesli edito dalla Red nel 2013.

All’interno troverete dei consigli utili sia dove rivolgervi e come assistere una persona non autosufficiente a casa su tutti i piani.

Psicologicamente questa esperienza, mette a dura prova entrambe le persone coinvolte e il sostegno e la comprensione anche da parte dell’esterno è fondamentale. Essere “caregiver” è una sfida a maturare e diventare adulti, per assumersi delle responsabilità nei confronti di una persona fragile. Significa essere pronti anche al peggio e accompagnare la persona fino al termine della sua vita, gestendo conflitti e momenti di depressione. Il carico fisico e psicologico è enorme, tanto da non avere più tempo per altro o solo in rarissimi momenti. Per questo è utile cercare sostegno da geriatri e psicologi o da un gruppo di auto-aiuto. Occorre saper delegare dove possibile, se non si può permettersi economicamente chi si occupi dei nostri cari.

Sicuramente l’aiuto e il sostegno delle vere amicizie è importante, proprio perché si è assorbiti completamente dalla persona da accudire e dal risolvere problemi e quindi si tende ad isolarsi.

Tutto sommato c’è da considerare che il lato positivo, nonostante le difficoltà, è che questa diventa un’occasione per ricreare un legame con l’altro coltivando ascolto, comprensione e pazienza, senza dimenticare che bisogna comunque continuare a prendersi cura di sè stessi, in attesa che la situazione migliori o cambi. Nel frattempo ricordatevi di non colpevolizzarvi e soprattutto sappiate che state già facendo del vostro meglio. Non date ascolto a chi non vi comprende veramente, ma tenetevi accanto chi davvero dimostra una reale comprensione dei vostri problemi, che vi dona supporto e aiuto con sincero affetto.

E quando vi sentite giù e la cosa si fa dura e pesante, quando vorreste mollare, prendetevi un momento per bere un tè e riconsiderare come affrontare questa sfida.

Ce la farete anche se i tempi sono lunghi, si chiama resilienza!!!

 

 

Caregiver

“Concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare le cose che posso, e la saggezza per conoscere la differenza”. Citazione di Thomas Moore.

 

 

 

 


Being “caregiver” women

Testo articolo in inglese
Being a woman and being a “caregiver” this is what I became between head and neck in a whole day spent in the emergency room, when I realized that my life would be completely turned upside down by this event.

Suddenly you realize that you have to fight against everyone to protect a family member who is no longer self-sufficient, from hospital doctors, to social workers, to patronages, to structures to follow procedures and bureaucracies with times that are nothing short of eternal, without considering that if you have the economic possibilities for private structures then you could solve your problems in less time and return almost to a normal life. Unfortunately, those who do not have those possibilities nowadays are penalized and even if they appeal, they rarely feel truly understood and listened to. You hear phrases like: “there are many people in the same situation as her” – already because the system with the cuts that the State is making no longer works, therefore the disabled, the elderly, the “bedridden” people are penalized, instead of being protected as they should be.

In Italy there are more than 2 million non-self-sufficient elderly people, but only a few of them can count on public assistance due to the inadequacy of social services.

Your life changes suddenly and based on the “bedridden” person who needs care, psychological support, aids, this trying to leave them at least a minimum of dignity. Your life is turned upside down like when a child is born and you have to take care of that person 24 hours a day. The aid is minimal, however paid, it is not sufficient and to enter a public facility or have benefits you have to wait even long times.

I fully understand that those who do not experience this situation directly cannot realize it, because I would never have imagined it would be so difficult and tortuous and that I would have had to completely readjust my life to another person.

Surely you are wondering what this article has to do with tea. In these cases, perhaps it is the only way to restore the soul from sleepless nights and constant thoughts that do not allow you to detach for a single minute, because now you live for another person who is no longer self-sufficient, who has needs.

I recommend for those who are “caregivers” a beautiful self-help book entitled “Assisting and supporting an elderly family member” by Catherine Hoss-Mesli published by Red in 2013.

Inside you will find useful advice on where to turn and how to assist a non-self-sufficient person at home on all levels.

Psychologically, this experience puts a strain on both people involved and support and understanding from the outside is essential. Being a “caregiver” is a challenge to mature and become an adult, to take on responsibilities towards a fragile person. It means being ready for the worst and accompanying the person until the end of their life, managing conflicts and moments of depression. The physical and psychological burden is enormous, so much so that there is no time for anything else or only in very rare moments. For this reason, it is useful to seek support from geriatricians and psychologists or from a self-help group. It is necessary to know how to delegate where possible, if you cannot afford someone to take care of our loved ones.

Surely the help and support of true friends is important, precisely because you are completely absorbed in the person to take care of and in solving problems and therefore you tend to isolate yourself.

All in all, it must be considered that the positive side, despite the difficulties, is that this becomes an opportunity to recreate a bond with the other by cultivating listening, understanding and patience, without forgetting that you still have to continue to take care of yourself, waiting for the situation to improve or change. In the meantime, remember not to blame yourself and above all know that you are already doing your best. Don’t listen to those who don’t truly understand you, but keep close to you those who truly demonstrate a real understanding of your problems, who give you support and help with sincere affection.

And when you feel down and things get hard and heavy, when you want to give up, take a moment to drink a tea and reconsider how to face this challenge.

You will make it even if it takes a long time, it’s called resilience!!!

 

 

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