Dea

Non so se sono già pronta per scrivere questo articolo. Quest’anno è un anno difficile, complicato carico di sfide da affrontare, situazioni da risolvere, separazioni e lutti. Questo è un anno carico di preoccupazioni e di dolore, ma siamo forti e andiamo avanti.

Dicono che sia perché c’è Urano sulla mia testa o magari è arrivato tutto in una volta chissà…

Oggi vi parlo di un argomento un po’ scomodo: l’eutanasia.

Ho sempre detto che se un giorno arrivassi al limite della sofferenza e a non essere più autonoma chiederei l’eutanasia e sappiamo che per noi esseri umani per richiederla legalmente per noi stessi e i nostri cari è tutto molto complicato.

Per i nostri amici a quattro zampe c’è questa possibilità, l’unica differenza è che non possono decidere per loro stessi e siamo noi a dover scegliere. Purtroppo io ho dovuto scegliere ed è tanto il senso di colpa quanto il dolore della perdita.

Dea è sempre stata bene si era solo inciccionita un po’ finché ad un certo punto, ha cominciato a bere di più e a mangiare di meno, così dalle prime visite e annessi esami è risultata diabetica. Purtroppo il suo fegato era già molto ingrossato e i parametri erano alle stelle. E’ stata ricoverata in clinica veterinaria una settimana e le è stata diagnosticata una lipidosi e una chetoacidosi diabetica.

Aldilà dei sacrifici fatti per pagare la clinica, purtroppo Dea aveva un carattere così dirompente che era quasi impossibile farle i prelievi e le insuline. Anche tra di noi esseri umani c’è chi non ama gli aghi giusto? Così speravamo che potesse bastare dimetterla coi parametri apposto e continuare la terapia a casa con uno sciroppo ipoglicemizzante.

Quando Dea è tornata a casa non era più lei…o non come l’avevamo conosciuta in tutti questi anni e nemmeno com’era ancora un mese fa. Una settimana in clinica con tanto di flebo, sondino gastrico, insuline, per quanto ci fosse stato consigliato per il suo bene, l’avevano devastata.

Era dimagrita tantissimo e aveva poco appetito, i suoi occhi, il suo naso e il suo pelo erano come quelli di un gatto randagio, beveva solo, urinava ma senza provare nemmeno a pulirsi, restava sdraiata sul pavimento e non era stimolata in nessun modo, non saltava più sul letto o sul divano come un tempo. Nemmeno il suo cibo preferito la invogliava. Il giorno dopo appena cominciata la terapia a casa Dea ha smesso completamente di mangiare e vomitava continuamente. Ad un certo punto è quasi svenuta, le tremavano le zampe e non riusciva quasi  stare in piedi, mi guardava depressa e con lo sguardo perso nel vuoto.

Mi riconosceva ancora e si faceva coccolare e fare di tutto, era priva di forze e aveva smesso di lottare come aveva sempre fatto, tirando anche fuori unghie e denti se era necessario, si stava lasciando andare a morire di fame.

L’ultima notte l’ha passata accanto a me dormendo in una scatola di cartone, il giorno dopo ho dovuto prendere la drastica decisione, che vorrei nessun essere umano dovesse mai prendere per il proprio animale da compagnia, ma nemmeno vederlo soffrire così.

Mi sono commossa quando arrivò a casa mia ormai più di dieci anni fa appena la vidi, l’ho abbracciata e baciata piangendo per dirle addio, mentre mi guardava come dirmi di “non piangere” come faceva spesso se mi vedeva giù di morale, ma allo stesso tempo sono sicura che abbia intuito anche lei dove stava per andare.

C’è dentro di me un profondo vuoto e di lei mi manca ogni cosa, Dea conosceva tutto di me ed eravamo molto simili, lei mi ha insegnato moltissime cose e le porterò sempre nel cuore.

 

Dea - Photo@Veru

Dea – Photo@Veru

 

 

 

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