All’inizio degli anni Ottanta nei cinema arrivò “Christiane F. – Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino”, un film che lasciò il segno tra i giovani di quella generazione. Si trattava della messa su pellicola della storia reale di Christiane Vera Felscherinow, tratta dal libro autobiografico “Wir Kinder vom Banhof Zoo” scritto dai giornalisti K. Hermann e H. Rieck che metteva in luce la cruda realtà del problema della tossicodipendenza e dello stile di vita di molti ragazzi di quell’epoca.
Berlino in quegli anni era la capitale culturale di una specifica ondata artistica, dove anche la musica era fortemente condizionata dalle droghe ma – al contempo – capace di influenzare il post punk e la nascente new wave che vedeva in David Bowie una sorta di figura di riferimento anche se il Duca Bianco non lo si può annoverare tra gli artisti di questo genere musicale.
Ma tra la città dell’allora Germania Ovest e il rocker inglese esisteva un legame ancora molto forte dopo che – grazie ad un nuovo interesse per la scena artistica tedesca – Bowie decise di andare a viverci nel 1976, con l’intento di rivitalizzare la propria carriera artistica e per disintossicarsi da uno spropositato abuso di droghe.
Era un momento molto particolare per lui, dopo aver dismesso i panni di Ziggy Stardust che gli avevano regalato fama e gloria, ci fu il periodo funk e soul iniziato con “Diamond Dogs”, un interessante album live registrato a Philadelphia, città dove incise anche “Young Americans” fino all’uscita – siamo nel gennaio del 1976 – dell’album “Station To Station” col quale cambiava radicalmente il proprio sound e porta principale per arrivare alla collaborazione col geniale Brian Eno dalla quale scaturirà la celebre trilogia berlinese comprendente gli album “Low”, “Heroes” e “Lodger”.
Con il geniale ex membro dei Roxy Music Bowie entrò nel suo momento più sperimentale ed alcuni dei brani di questa collaborazione diverranno parte fondamentale della colonna sonora di Christiane F. – Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino, il film diretto da Uli Edel che vedrà proprio il cantante londinese esibirsi live in una bella versione di “Station To Station”. Nell’album – così come nel film – abbiamo la possibilità di ascoltare alcuni brani presi da questo periodo berlinese di Bowie come una versione in tedesco della famosissima “Heroes” che assieme a “V-2 Schneider” e “Sense Of Doubt” fanno parte dell’omonimo album (l’unico effettivamente registrato nell’odierna capitale tedesca), mentre da “Low” troviamo “Warszawa”, da “Lodger” “Boys Keep Swinging” e “Look Back In Anger”.
Le restanti “TVC 15” e “Stay”, al contrario, provengono dall’album “Station To Station” che rimane, anch’esso, uno degli album principali dell’intera discografia dell’estroso artista britannico.
Questa colonna sonora, al contrario, non figura certamente tra gli album da possedere per forza di Bowie, rimane – tuttavia – la testimonianza di un film che fece scalpore all’epoca per la tematica trattata, in una Berlino che ancora attendeva l’abbattimento di quel muro che divideva non solo una città ma un’intera nazione.
Ma con quale tè David Bowie avrà accompagnato le proprie giornate berlinesi?
Non è facile saperlo, anche vista la ritrosia dell’artista di lasciar trapelare troppe notizie sulla sua vita privata, ci piace ipotizzare che un tè bianco possa essere stata una delle sue scelte, per esempio un ottimo Silver Needle detto anche Yin Zhen per le sue foglie a forma di aghi.
Si tratta di uno dei tè più preziosi perché prevede la raccolta solo dei germogli riconoscibili dalla sua peluria argentea da cui prende il nome questo famoso infuso, che in tempi antichi era riservato solo agli imperatori e coltivato nei giardini regali privati e quindi perché non dedicarlo al Duca Bianco.
Il suo profumo è delicatissimo e il liquore è giallino pallido ma una volta in bocca risulta più persistente tra le papille gustative e decisamente più dolce ma senza mai essere invadente.
Ma poi il tè e Christiane F. perché? Semplice, nel romanzo viene citato questo infuso in uno dei momenti importanti della drammatica vita della protagonista, ovvero l’inizio dell’abuso di eroina e il momento in cui si rende conto che ormai è troppo tardi – “It is too late”.
“Alle cinque del mattino Bernd mi chiese se volevo andare a casa a farci una tazza di tè. Ci andammo. Tutta contenta presi Pollo a braccetto. Di nuovo mi sentii come in famiglia, in una famiglia proprio bella. L’ero ci rendeva fratelli. Eravamo tutti e tre uguali. Avrei rivelato i miei pensieri più segreti. Dopo le ultime squallide settimane mi sembrava di non essere stata mai così felice come ora”.
(Cit. Christiane F. noi, i ragazzi dello zoo di Berlino – Ed. Bur Rizzoli 2021)
Scritto in collaborazione con Antonio Boschi
“Christiane F. – Wir Kinder vom Bahnhof Zoo”: David Bowie, what tea did he drink in those years?
At the beginning of the eighties a film arrived in cinemas that left its mark among the young people of that generation. It was the putting on film of the real story of Christiane Vera Felscherinow, taken from the autobiographical book “Wir Kinder vom Banhof Zoo” written by the journalists K. Hermann and H. Rieck which highlighted the harsh reality of the problem of drug addiction and the style of life of many boys of that era.
Berlin in those years was the cultural capital of a specific artistic wave, where music was also strongly conditioned by drugs but – at the same time – capable of influencing post punk and the nascent new wave that saw in David Bowie a sort of reference figure even if the White Duke cannot be counted among the artists of this musical genre.
But between the city of the then West Germany and the English rocker there was still a very strong bond after that – thanks to a new interest in the German art scene – Bowie decided to go and live there in 1976, with the intention of revitalizing his own artistic career and to detoxify from excessive drug abuse.
It was a very special moment for him, after having abandoned the role of Ziggy Stardust that had given him fame and glory, there was the funk and soul period that began with “Diamond Dogs”, an interesting live album recorded in Philadelphia, the city where he also recorded “Young Americans” until the release – we are in January 1976 – of the album “Station To Station” with which he radically changed his sound and main door to get to the collaboration with the brilliant Brian Eno from which the famous Berlin trilogy including the album “Low”, “Heroes” and “Lodger”.
With the brilliant former member of Roxy Music Bowie entered his most experimental moment and some of the songs of this collaboration will become a fundamental part of the soundtrack of Cristiana F. – We, the boys of the Berlin zoo, the film directed by Uli Edel that will see just the London singer performing live in a beautiful version of “Station To Station”. In the album – as well as in the film – we have the opportunity to listen to some songs taken from this Berlin period of Bowie as a German version of the very famous “Heroes” which together with “V-2 Schneider” and “Sense Of Doubt” are part of the homonymous album (the only one actually recorded in today’s German capital), while from “Low” we find “Warszawa”, from “Lodger” “Boys Keep Swinging” and “Look Back In Anger”.
The remaining “TVC 15” and “Stay”, on the contrary, come from the album “Station To Station” which also remains one of the main albums of the entire discography of the whimsical British artist.
This soundtrack, on the other hand, certainly does not figure among the albums to be possessed by Bowie, it remains – however – the testimony of a film that caused a sensation at the time for the topic dealt with, in a Berlin that still awaited the demolition of that wall that divided not only a city but an entire nation.
But with which tea will David Bowie have accompanied his days in Berlin?
It is not easy to know, even given the artist’s reluctance to let too many news about his private life leak out, we like to hypothesize that a white tea may have been one of his choices, for example an excellent Silver Needle also called Yin Zhen for his needle-shaped leaves.
It is one of the most precious teas because it involves the collection of only the shoots recognizable by its silvery down from which this famous infusion takes its name, which in ancient times was reserved only for emperors and cultivated in private royal gardens and therefore why not dedicate it to White Duke.
Its scent is very delicate and the liqueur is pale yellow but once in the mouth it is more persistent between the taste buds and decidedly sweeter but without ever being intrusive.
But then the tea and Christiane F. why? Simple, in the novel this infusion is mentioned in one of the important moments in the dramatic life of the protagonist, that is the beginning of the heroin abuse and the moment in which she realizes that it was too late – “It is too late”.
“At five in the morning Bernd asked me if I wanted to go home and make us a cup of tea. We went there. I happily took Chicken arm in arm. Again I felt like family, in a really beautiful family. I was making us brothers. . We were all three alike. I would have revealed my most secret thoughts. After the last bleak weeks it seemed to me that I had never been as happy as I am now. ”
(Cit. Christiane F. we, the boys of the Berlin zoo – Ed. Bur Rizzoli 2021)
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